Ruolo dello psicologo nel reparto di Pediatria
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Ruolo dello psicologo nel reparto di Pediatria

Ruolo dello psicologo nel reparto di Pediatria

Giornata di studio “Lo psicologo clinico in ambito ospedaliero di fronte alla malattia”) maggio 2013, Milano.

Il ricovero di un bambino in ospedale, come fonte di stress riconosciuta e documentata da diversi studiosi, costituisce un rischio per il suo equilibrio psichico e la gravità delle alterazioni è inversamente proporzionale all’età del bambino ricoverato. Diversi sono i fattori che nel corso di una ospedalizzazione possono intervenire sul suo stato emotivo e sulle risorse di adattamento alla sua condizione. Tra i principali: il livello di maturità dell’io, la qualità della relazione madre-bambino, l’organizzazione  difensiva e le fantasie.
Negli ultimi anni l’evoluzione in ambito sociale e politico degli aspetti legati alla sanità ha favorito una maggiore considerazione dei risvolti emotivi di un bambino ricoverato per accertamenti o in vista di un intervento chirurgico. Gli studi in tale ambito hanno permesso di migliorare i reparti pediatrici in termini di accoglienza, comunicazione, supporto psicologico e sistema organizzativo. A livello concettuale si è passati dal sistema tradizionale basato su un concetto di salute esclusivamente antinomico a quello di malattia ma che oggi riguarda una dimensione ampia, che include il benessere, l’armonia con se stessi e con gli altri, l’equilibrio psico-fisico. La ricaduta sulla funzione del pediatra è rappresentata da un consistente spostamento della sua attenzione dalla ‘malattia’ alla ‘persona-bambino’. E’ in questa prospettiva di percorso che si è corretto, ampliato, modellato anche l’approccio clinico dello psicologo in ambito pediatrico. Nel senso che si è gradualmente cercata un’integrazione il più possibile significativa tra gli approcci dei diversi operatori, pediatri-infermieri-psicologi, che si occupano della salute dell’infanzia e dell’adolescenza, sia per i ricoveri motivati da transitorio, occasionale malessere, sia per quelli previsti per le patologie croniche. Tali approcci prendono in considerazione diversi ambiti che riguardano la salute del bambino: dal funzionamento del corpo alla qualità delle sue relazioni, ai suoi vissuti rispetto all’espressione somatica nelle diverse fasi evolutive, alla possibilità di associare il sintomo al suo mondo interiore.

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